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In Italia, un licenziamento ingiusto può essere impugnato entro 60 giorni e il ricorso presentato entro 180 giorni. La tutela varia a seconda della data di assunzione, seguendo le norme della riforma Fornero o del Jobs Act.
Se sei pagato tramite voucher o partita IVA ma operi come un dipendente, hai diritto al riconoscimento del vero rapporto di lavoro. La legge punisce chi maschera rapporti di dipendenza come autonomia.
La rinuncia e la transazione nel diritto del lavoro sono atti con cui il lavoratore rinuncia ai suoi diritti o risolve dispute con il datore. Possono essere impugnate entro 6 mesi se riguardano diritti irrinunciabili.
Il Jobs Act introduce il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti dal 2015, con reintegro limitato ai licenziamenti discriminatori e disciplinari ingiustificati. Prevede indennizzi economici e un fondo per la ricollocazione dei lavoratori disoccupati involontariamente.
Il licenziamento deve essere giustificato e in forma scritta per essere valido. Se impugnato e ritenuto illegittimo, il giudice può ordinare la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro o la riassunzione.
Il Jobs Act ha apportato importanti modifiche all’apprendistato, semplificando le procedure amministrative per le aziende.
Se il datore di lavoro non ha pagato il TFR e le ultime tre mensilità, puoi richiedere il recupero di questi crediti attraverso il fondo di garanzia INPS.
L’esdebitazione è una procedura legale per liberarsi dei debiti non pagati a causa del sovraindebitamento. Si applica a piccoli imprenditori, professionisti e consumatori.
La riforma Fornero ha modificato l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, introducendo sanzioni diverse per vari tipi di licenziamento. La Magistratura del Lavoro giudica quale sanzione applicare, con il reintegro o un risarcimento pecuniario da 15 a 24 mensilità.